Difendere il verde urbano, tocca a noi. Puliamo le nostre strade e isoliamo i vandali

14 marzo 2017

Un'immagine simbolo: il cantante Francesco De Gregori, con la ramazza in mano, pulisce il suo quartiere. Non è solo, ma intanto a Roma si contano 5mila episodi l'anno di atti vandalici contro aree verdi con i giochi per i bambini. A Torino la metà del budget per la manutenzione del verde viene speso per riparare i danni fatti dagli abitanti. A Milano 630mila euro l'anno per riparare gli effetti del vandalismo.

Vedere il cantante Francesco De Gregori che fa lo spazzino non è un’immagine da spot discografico. Anzi. E’ la foto di un perfetto testimonial di una campagna che dovremmo fare tutti noi cittadini: quella per difendere la pulizia, il decoro, il verde, in una parola: la vita, delle nostre città. De Gregori, con altri residenti del quartiere Prati a Roma, tutti riuniti in un’associazione di territorio, non si limita a criticare ed a fare le pulci all’amministrazione comunale di turno, un’attività in cui siamo tutti bravissimi. Va oltre. Scende in strada, con la ramazza in mano, e pulisce la sua strada. Per fortuna, non solo a Roma (la capitale più sporca d’Europa), queste iniziative si stanno moltiplicando, e aiutano a dare una sveglia agli amministratori locali ed a isolare i tanti, troppi indifferenti che spesso diventano anche incivili, che fanno parte delle nostre comnunità di cittadini.

INIZIATIVE DEI CITTADINI PER TUTELARE IL VERDE URBANO -

Il verde in città siamo noi. Abbiamo cento, mille, buoni motivi per lamentarci di come (non) funzionano gli uffici comunali che gestiscono i Servizi pubblici e in particolare le aree destinate agli alberi ed ai giochi per i bambini, ma dobbiamo dirci la verità guardandoci negli occhi: i primi distruttori di questo patrimonio comune, divoratori spreconi di un bene che invece dovremmo coltivare come una reliquia sacra, siamo noi, i cittadini. E spesso utilizziamo la totale incompetenza dei politici come alibi, comodo alibi, per le nostre colpe, individuali e collettive.

Sono i fatti a parlare. A Roma, per esempio, non esiste un quartiere, dico uno, dove i cittadini abbiano imparato a custodire il loro verde. Ovunque spazzatura per terra, residui di arredi in casa, dai mobili alla lavatrice, gomme da masticare e mozziconi di sigarette sui marciapiedi e sotto gli alberi. Domanda elementare: fareste mai qualcosa del genere nelle vostre case? E allora per quale motivo lo facciamo nella casa di tutti, la nostra città? Date uno sguardo a questo video su come i romani trattano il più grande parco urbano della capitale, sto parlando di Villa Dora Pamphili, e avrete la prova matematica di quanto vi sto dicendo.

Roma non è un caso isolato. Nella civilissima Torino soltanto nel 2016 si sono contati 200 episodi di vandalismo nelle circa duecento aere verdi, con i giochi per i bambini, gestite dal comune. Il risultato è stato che la metà del budget comunale per la manutenzione del verde a Torino è stato divorato dall’inciviltà dei cittadini. E poi mancano, ovviamente, i soldi per non fare morire gli alberi, fino a quando si arriva a tagliarli per semplificare la vita dei comuni. A Varese, altra città con una buona tradizione in quanto a senso civico, nell’ultimo anno sono stati fatti fuori 600 alberi, 2 al giorno. Non cogliete in questi dati lo scandalo di uno spreco immenso, dove noi siamo i colpevoli e le vittime allo stesso tempo?

Anche a Milano, dove gli investimenti comunali per creare nuovi spazi verdi non mancano, la spesa ordinaria per i parchi giochi e per riparare dondoli e aiuole riservate ai bambini arriva a 630mila euro ogni anno. Sono soldi preziosi, sottratti alla stessa voce di manutenzione e gestione del verde urbano, sulla quale tutti i comuni sono in affanno. A Roma gli atti vandalici su spazi verdi e aree giochi sono circa 5mila l’anno. Altro che Roma caput mundi, sembra la capitale dei nuovi barbari! E anche il comune di Bologna per fronteggiare il vandalismo urbano ha messo in bilancio, per il 2017, mezzo milione di euro.

Il paradosso, che grida ancora più vendetta, è che milioni di italiani, nelle loro case, fanno l’orto, sistemano il giardino, il balcone, la terrazza. Curano il verde e mostrano il pollice verde. Poi, però, quando si tratta della casa di tutti, la città, cambiano faccia, si trasfigurano, e diventano altre persone. Barbari, appunto. Difendere il verde urbano è ormai il primo dovere di un cittadino fornito di un minimo di senso civico, e siamo noi, gli abitanti, i cittadini, ad essere chiamati in causa come primi custodi del verde pubblico. Senza fare i soliti furbi, all’italiana, che scaricano sugli altri, ovvero sugli amministratori incompetenti, le loro colpe. Dovremmo fare esattamente il contrario di quanto avviene con tanta frequenza: ovvero avanzare, e diventare, magari con associazioni e gruppi di quartiere, i gestori del verde pubblico nelle strade dove abitiamo, ricevendo in cambio una riduzione delle tasse locali. Questo è il futuro di città dove il benessere e la qualità della vita sono priorità condivise. Ed è un futuro che passa per la consapevolezza che il verde siamo noi, e non altri.

(Nell’immagine di copertina: Francesco De Gregori. Fonte: Repubblica)

 

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